La collezione lauretana delle maioliche da farmacia, una delle più prestigiose nel suo genere, è legata alla Spezieria della Santa Casa ubicata, fin dal primo trentennio del ‘600, in due sale del piano terra, nel lato occidentale del Palazzo Apostolico, dove erano adibite alla conservazione di unguenti, pillole ed altri medicamenti. Ne fanno parte tre principali raccolte.La prima, la più numerosa e di maggiore interesse artistico, è costituita da 350 pezzi provenienti dalla bottega urbinate di Orazio Fontana (+1571), tutti istoriati con fatti biblici e mitologici. Risulta donata, secondo recenti studi, dal cardinale Giulio Feltrio Della Rovere, protettore della Santa Casa dal 1564 al 1578.La seconda, di 111 pezzi, pervenne a Loreto nel 1631, acquistata a Urbino presso la bottega dei Patanazzi. Le ceramiche sono decorate con figurazioni desunte dal ricco repertorio figurativo raffaellesco, mediato dalle esecuzioni di noti pittori e incisori. Le scene sono tratte dalla Bibbia, dalle Metamorfosi di Ovidio, dalla storia di Roma antica, della Sicilia e della Magna Grecia.Fanno invece parte della terza raccolta ceramiche di diversa provenienza donate o acquistate nel tempo dall’Amministrazione della Santa Casa. Tra i pezzi principali vanno ricordati tre piatti delle botteghe urbinati offerti nel 1645, quattro albarelli di Francesco Antonio Grue (1686-1746), firmati dall’autore e completati da madrigali sul lato posteriore, e alcune ciotole e boccali del sec. XV, di manifattura recanatese, rinvenuti nel sottosuolo della Basilica della Santa Casa di Loreto durante l’indagine archeologica e strutturale condotta nel 1984-1985.